Dati Morti Bianche

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Dati Morti Bianche

I caduti del lavoro sono persone decedute a causa di incidenti occorsi durante e per causa del lavoro svolto. Il fenomeno è anche indicato come “morti bianche “dove l’uso dell’aggettivo “bianco “allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’incidente. In senso critico è anche utilizzata la locuzione “Omicidi del lavoro “per rimarcare la scarsa attenzione alla sicurezza sul lavoro del sistema industriale. La sicurezza sul lavoro è l’obiettivo di un’attività lavorativa senza l’esposizione per i lavoratori al rischio di infortuni/incidenti e senza il rischio di contrarre una Malattia Professionale. La sicurezza sul lavoro si verifica quando il luogo di lavoro è dotato degli accorgimenti, degli strumenti e dell’attività di prevenzione che forniscono un ragionevole grado di protezione contro la possibilità del verificarsi di un evento pericoloso per la salute di chi lo svolge. Le misure di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori hanno il fine di migliorare le condizioni di lavoro, ridurre la possibilità di infortuni ai lavoratori, ai collaboratori esterni e a quanti si trovano, all’interno dei luoghi di lavoro. Misure di igiene e tutela della salute devono essere adottate al fine di proteggere il lavoratore da possibili danni alla salute quali gli infortuni e le malattie professionali, nonché la popolazione generale e l’ambiente. Lo si può definire un anno orribile, quello appena concluso, per l’andamento infortunistico sul lavoro. Dopo decenni di contrazione del fenomeno, il 2016 ha segnato un rallentamento della dinamica favorevole, prospettando un bilancio con un saldo che, dopo tanti meno, è destinato (forse) a cambiare di segno. Sebbene da un punto di vista strettamente tecnico non si possa sostenere la correlazione o un corrispondenza strettamente misurabile tra fine della crisi economica, aumento della produzione e dell’occupazione e crescita degli infortuni, tuttavia è innegabile che un aumento del monte-lavoro (espresso in numero di occupati e di ore lavorate) equivalga a un aumento dell’esposizione al rischio. Il tentativo di rilancio della ripresa economica si è solo concentrato sulla riduzione dei costi e ha innescato una progressiva accelerazione dei ritmi di lavoro, del grado di utilizzo degli impianti, dell’assunzione di personale temporaneo, precario e (probabilmente) inesperto. Tutti elementi che incidono negativamente sugli standard di sicurezza abituali e possono generare situazioni di pericolo.